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    Radio Club California

CLASSIC 70

Dreamer (Supertramp)

todayAgosto 15, 2022

Sfondo

Roger Hodgson si appuntava tutte le idee che gli passavano per la mente su un quaderno. Quando giungeva il momento di mettersi a lavorare per scrivere una canzone per i suoi Supertramp consultava questo diario e da lì attingeva gli spunti per creare. Proprio con l’aiuto di quegli appunti Hodgson scrisse, nel 1974, la canzone che diede l’impulso decisivo alla carriera della band.

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I Supertramp si erano formati nel 1970 dando subito alle stampe l’eponimo disco d’esordio. L’anno seguente la band inglese bissò con “Indelibly stamped”, ma l’esito fu scarso, proprio come accadde anche al primo disco. Insomma, che si dica senza vergogna, erano un gruppo come ne esistevano molti altri in quel periodo. Le cose cambiarono con l’uscita del terzo capitolo della loro storia discografica che da quel momento in poi sarebbe stata di successo. Con l’uscita di “Crime Of The Century” le cose cambiarono radicalmente.

Anni più tardi Roger Hodgson – che condivideva la leadership della band con Rick Davies – dichiarò con aplomb del tutto britannico, dato lo scarso riscontro dei primi due album, di non essersi comunque sentito sotto pressione quando venne il tempo di mettersi al lavoro sul terzo album dei Supertramp. “Non avevamo hit, quindi non avevamo nulla di cui essere all’altezza. È stato un periodo meraviglioso in cui scrivere e registrare per puro piacere. Più o meno allo stesso tempo, tirai fuori “Breakfast In America” (album pubblicato nel 1979, ndr), “It’s Raining Again” (singolo del 1982, ndr), “A Soapbox Opera” (canzone inclusa nell’album del 1975 “Crisis? What Crisis?”, ndr) e altre cose”.

“Dreamer” la canzone che accese la carriera dei Supertramp era vecchia di tre anni fa. Questo il ricordo di Hodgson: “Io e Rick avevamo appena comprato il primo piano elettrico Wurlitzer dei Supertramp e “Dreamer” mi esplose in testa a casa di mia madre. Senza batteria, feci una demo su un registratore a due tracce suonando su scatole di cartone e paralumi, aggiungendoci un sacco di armonie vocali. Suonava magica”.

 

Il gruppo si mise al lavoro su “Dreamer”, ma i primi tentativi non furono incoraggianti, qualcosa non girava come doveva. Poi, in un giorno di pioggia del 1974 Hodgson si ricordò di quel brano e con l’aiuto del produttore Ken Scott riuscì a mettere ogni tassello al proprio posto. Per molti il segreto del successo della canzone è da ricondursi all’uso dello xilofono e alla voce particolarmente acuta di Roger Hodgson, che ci ride sopra: “Oggi come allora, è un qualcosa che la gente odia o adora.”

“Dreamer” è accreditata sia a Hodgson che a Davies. Su come sia stata scritta la canzone l’oggi 72enne Hodgson la racconta in questo modo: “L’abbiamo scritta separatamente, quindi è sembrato più democratico riportare tutto come co-autori, come facevano Lennon e McCartney. Solo in un secondo tempo emersero le questioni finanziarie”.

Quando i Supertramp consegnarono alla A&M Records “Crime Of The Century”, tre anni dopo “Indelibly stamped”, certo l’etichetta discografica non si attendeva ciò che sarebbe poi accaduto.

Hodgson ci scherza sopra in questo modo: “Poiché “Indelibly Stamped” era scomparso nell’oscurità, la casa discografica sapeva a malapena chi fossimo. Quando gli portammo le demo ci dissero, ‘Siete i Super-Chi?'”. Una spinta importante alla affermazione di “Dreamer” la diede il popolare DJ britannico John Peel oltre a un passaggio televisivo alla BBC nel contenitore musicale ‘The Old Grey Whistle Test’. “Dreamer” fu decisiva nello spingere “Crime Of The Century” alla posizione numero quattro della classifica di vendita e regalare il successo ai Supertramp. Negli Stati Uniti la canzone divenne popolare solo qualche anno più tardi, nel 1979, grazie al clamoroso successo dell’album “Breakfast In America”. Venne riscoperta e finì al primo posto della Chart.

Nel 1983, Roger Hodgson lasciò i Supertramp per avviare una carriera solista e per trascorrere più tempo con la sua famiglia. “È una decisione di cui a volte mi sono pentito, ma mancava l’unità e la passione dei tempi di “Crime Of The Century””. Gli risultò molto evidente qualche anno più tardi quando vide il suo ex gruppo in concerto. “Non hanno interpretato “Dreamer”. È troppo difficile da fare, anche per loro.”

Una versione in italiano di “Dreamer”, con il titolo “Sgualdrina”, venne proposta da Renato Zero nel suo quarto album “Zerofobia” pubblicato nel 1977. “Dreamer” portò fortuna anche al musicista romano, quello fu infatti il disco che gli consegnò le chiavi del successo come già accadde ai Supetramp tre anni prima. In “Zerofobia” sono presenti, infatti, alcuni dei suoi brani più classici: “Mi vendo”, “Morire qui” e “Il cielo”.

 

Scritto da: Redazione


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